La mostra non classificherà le opere per tema (il soggetto è la creazione artistica, non la rappresentazione), né per artista (non sarà un salone), né per tecnica, né tantomeno per paese. La scenografia della mostra sarà prevalentemente cronologica e metterà in evidenza l’evoluzione di un’estetica ereditata dalla fotografia verso un’arte della precisione e dell’inquadratura fino alle ultime sperimentazioni digitali.
Per questi artisti, attivi negli ultimi sessant’anni, la posta in gioco va oltre la semplice storia del dipingere il reale, del disegnarlo o dello scolpirlo: sono in gioco le condizioni della nostra visione del mondo, per ciascuno di noi e per la società nel suo complesso.
Impariamo quindi a vedere. Sulla grande superficie dedicata a questa mostra, tutte le possibilità di una scenografia generosa potranno onorare gli artisti (così come le gallerie che hanno sostenuto il loro lavoro) che hanno dato a questo movimento le sue lettere di nobiltà.